I dialoghi con la figlia Aurora

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1

Aurora:“Accidenti, ascolta. Questo continui a chiamarlo pollo, ti ho detto, è tacchino, te lo ripeto: è tacchino, e tu sei tutta così, ascolti le risposte come si ascoltano le campane. Quando imparerai a registrare quel che ti si dice?”

Tre giorni dopo
Aurora:“Ma insomma, sono tre volte che mi domandi quando vado a Milano. Ora non ti rispondo più. Pensaci tu, che cosa ti ho detto?”
Ponina: “Tacchino”.

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2

Aurora:“Ma pensa, Ezio mi ha fatto i complimenti per come ho suonato.”
Ponina:“Che bravo!”

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3

Ponina:“Devi ritelefonare subito per dire che il cancello è chiuso, di passare dal portone.”
Aurora:“Vedi come sei in gamba, tu sei sempre presente.”
Ponina:“Quello che mi dispiace, è che tu invece così spesso non sia presente!”
Aurora:“Dove?”

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4

Aurora (che si sta facendo una torta di mele in padella): “Merito questo, e altro.”
Ponina:“Io invece sono fortunata: io questo proprio non lo merito.”

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5

Aurora:“Perché Puck è lì?”
Ponina:“Perché non dovrebbe essere dove non dovrebbe essere?”

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6

Ponina:“Allora? Quello lì verrà a trovarmi?”
Aurora:“Ma no, non ha detto questo!”
Ponina:“Che gentile!”

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7

Aurora (a Olga):“Ma chi ce l’ha fatta fare questa donna!”
Ponina:“Vi assicuro che se mi aveste fatta voi, sarei certamente scema!”

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8

Aurora:“Disgraziata!”
Ponina:“Sei tu che hai la disgrazia di avere me come mamma.”

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9

Aurora(agli amici):“E’ terribile come Ponina mi mandi a letto tardi. Alle ore piccole devo portarla in bagno, e dopo tutte le sue abluzioni, deve anche pettinarsi accuratamente.”
Ponina:“Per forza, non sappiamo chi incontreremo nei sogni!”

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10

N.N.:“Sai, ho deciso di comperarmi una pelliccia. Cosa ne dici, sarà meglio il castoro o l’ostrakan?”
Ponina:“Io la pelliccia che preferisco è quella di gatto, con dentro il gatto.”

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11

Da molte sere veniva sul nostro ballatoio un bellissimo gatto bianco, che presto chiamammo Il Principe della Sera. Una sera il principe decide a tutti i costi di farsi adottare, rouron e rouron sdrusciandosi alle nostre gambe, balzando su con la testa per accarezzarci anche col muso. Pensiamo allora che possa essere abbandonato e abbia fame… Magro non era, se no non sarebbe stato bellissimo. Così io cinicamente suggerisco una prova, gli offro solo del pane che naturalmente trascura persino di guardare. Allora capiamo che, vedendo da noi molti gatti, si dev’essere invaghito del genere di vita che qui si conduce…
Andando a letto dico a Ponina:”Visto che è bellissimo, sta benone e non ha affatto l’aria di essere abbandonato, non lasciamoci commuovere dalle sue seduzioni, ne abbiamo già troppi di gatti. Anche se è il Principe della Sera, dobbiamo deluderlo sistematicamente…”
Ponina: “Vestiamoci male!”

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